Economia, quanti italiani rinunciano alle cure odontoiatriche?

Economia, quanti italiani rinunciano alle cure odontoiatriche?

Gli italiani che non si prendono cura della propria salute orale e che rinunciano a visite dal dentista o dall’igienista dentale sono sempre di più. La motivazione principale di questo trend per nulla rassicurante è legata ai costi proibitivi: fare ricorso alla sanità privata incide notevolmente sulle tasche degli italiani, con prezzi che vanno da un minimo di 30 euro per una visita di controllo a oltre 5.000 euro per dei trattamenti specifici.

Il discorso del risparmio vale soprattutto alla voce “prevenzione”. Se da un lato al dolore della carie bisogna pur trovare un rimedio, questioni anche più delicate come la prevenzione dal tumore alle gengive non rientrano quasi tra le spese da sostenere per salvaguardare la propria salute orale.

Ma quanti sono effettivamente gli italiani che hanno scelto, o sono stati costretti, a rinunciare alle cure odontoiatriche?

Sempre meno italiani si affidano ai dentisti

Secondo un’indagine del 2013, è pari al 12% la percentuale degli italiani dai 14 anni a salire che ha rinunciato ad alle visite odontoiatriche annuali o a trattamenti per motivi economici.

In Italia le cure odontoiatriche si sono ridotte notevolmente negli ultimi anni, e la percentuale di popolazione che durante l’anno si è rivolta al dentista o all’ortodontista nel 2013 è stata circa del 37%, e del 39,3% del 2005.

È sempre crescente, invece, la percentuale di persone che ha scelto di rimandare le visite in un arco temporale più lungo, da 1 a 3 anni.

Per chi ha deciso di rinunciare alle visite, i motivi economici incidono per l’85,2%.

Sono tanti gli svantaggi derivanti da questi dati preoccupanti. Infatti, emerge che solamente il 27,7% della popolazione di 3 anni e più ha fatto ricorso alle cure odontoiatriche rispetto alla media nazionale del 37,9%.

In più, è più alta la quota di chi rinuncia per motivi economici.

Per quanto riguarda, invece, le visite dedicate alla prevenzione o alla pulizia dei denti professionale, la percentuale di pazienti rilevata nel Sud Italia è pari al 16%, che corrisponde alla metà di quella del Nord, che è pari al 30,7%.

Un altro dato molto importante è la percentuale che raddoppia rispetto al Nord la percentuale di coloro che non sono mai stati da un dentista, del 12% contro il 6,2% .

Sono in totale più di 12 milioni gli italiani che rinunciano alle cure della sanità privata, e il 40% è la rinuncia alle cure odontoiatriche.

Com’è la salute dentale degli italiani

A livello nazionale è migliorata complessivamente la salute dei denti rispetto al 2005.

Infatti, la percentuale di persone di 14 anni e superiori che conservano tutti i propri denti naturali è salita dal 37,8 al 41,4%.

Invece, le persone che hanno perso tutti i denti naturali si sono ridotti passando dal 12% al 10,8%.

Accresce, però, il divario sociale anche in questo settore. Le diseguaglianze sociali riguarda anche il ricorso al dentista. Infatti, nell’anno la percentuale è superiore al 50% tra le persone con titolo di studio alto e scende al 27,6% tra chi ha conseguito al massimo la licenza media.

Le persone anziane senza denti naturali ammontano al 17,9% tra coloro che hanno almeno la laurea e il 41,6% tra quanti hanno un basso titolo di studio.

La percentuale si riduce dal 39,4% del 2005 al 34% del 2013 la quota di bambini (3-14 anni) che non sono mai stati dal dentista, percentuale che scende al 32,2% per quelli con almeno un genitore laureato e sale al 41,5% se i genitori hanno al massimo la licenza media.

Invece, tra i bambini stranieri la quota raggiunge il 46,3%.

È sempre più basso, poi, il numero di trattamenti effettuati. Infatti, pare che le persone che si sono sottoposte a un solo tipo di trattamento in un anno siano il 70,7%, mentre nel 2005 erano il 49,3%. È anche diminuito il ricorso ai dentisti che esercitano la libera professione, ma rimane ancora molto bassa la percentuale di pazienti appartenenti al settore pubblico o convenzionati, che sono pari al 5%.