Il tema degli infortuni sul lavoro non finisce sfortunatamente di riempire le prime pagine dei giornali nazionali e locali. Solo nel corso del 2022 per esempio, le morti sul posto di lavoro hanno superato le 1000 unità, mentre le segnalazioni all’Inail sono salite del 29.8% sfiorando la triste cifra di 652.002.
Si tratta di numeri nefasti che denunciano condizioni di lavoro al limite della civiltà, e che nonostante l’aumento di dispositivi e tecnologie a disposizione delle aziende non fanno che crescere in quasi ogni regione.
Lo sanno bene gli abitanti di Abruzzo, Molise ed Emilia Romagna, i quali hanno visto aumentare gli infortuni sul lavoro quasi del 50% rispetto al 2021. Fortunatamente, sul territorio di Bologna è presente una sviluppata e competente rete di professionisti specializzati in diritto del lavoro. Questi ultimi, così come sottolineato dal presidente del Patronato Acli bolognese (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani), si impegnano ogni giorno per far sì che questo fenomeno vada sempre più scemando.
Cosa avviene dopo l’infortunio?
Mentre è noto che per i dipendenti colpiti spesso abbia inizio una fase della vita difficile e piena di ostacoli spesso anche invalidanti, a tal punto di dover rinunciare al lavoro in virtù di una pensione di invalidità, è meno nota e chiara la sorte di quei datori di lavoro che si vedono coinvolti nelle varie procedure.
Sì, perché non appena ha luogo un incidente sul lavoro, il soggetto colpito deve immediatamente provvedere a notificare il titolare dell’azienda di quanto avvenuto. Questo primo passaggio è infatti obbligatorio, quand’anche la lesione subito dal lavoratore sia di entità trascurabile.
Se tutto si svolge secondo i termini previsti dalla legge, alla segnalazione da parte del dipendente deve seguire poi una visita medica, la quale potrà essere svolta da diverse figure professionali, come per esempio un medico curante del soggetto coinvolto, il medico dell’azienda (ove presente) oppure gli addetti ed il personale del pronto soccorso.
Sarà in questa fase che potrà essere stilato, dopo aver svolto tutti gli esami di sorta, un referto medico indicante la diagnosi e le tempistiche di assenza dal lavoro. Dopo che il documento sarà redatto e firmato in tutte le sue parti, la pratica sarà poi presa in mano dall’assicurazione.
La prima mossa per il datore di lavoro, al fine di non incappare in procedimenti a suo carico, sarà quella di assicurarsi di trasmettere il certificato medico all’Inail. Questa operazione deve essere svolta tassativamente entro le 48 ore successive rispetto alla ricezione del documento.
Quando può essere avviato un procedimento penale?
Il procedimento penale nei confronti del datore di lavoro può essere virtualmente avviato in qualunque circostanza, anche quando i danni sono particolarmente lievi e non sembrano aver causato al lavoratore lesioni degne di attenzione.
Sul punto però, occorre precisare che sarà il lavoratore stesso, valutati attentamente pro e contro dell’azione, a dover sporgere denuncia o querela nei confronti del proprio datore di lavoro.
La responsabilità penale del datore di lavoro entra in essere qualora le lesioni sofferte da uno o più dipendenti siano ritenute gravi o gravissime. Queste fattispecie prevedono infatti un procedimento d’ufficio, a patto naturalmente che siano state causate dall’inosservanza di una norma rispetto alla prevenzione degli infortuni sul lavoro.