Nella frazione di Vaccarile vi è una chiesa dedicata a San Pietro Apostolo. La chiesa di origine antichissima è stata ricostruita ex-novo nel 1946, all’indomani della pace ritrovata dopo i terribili giorni di terrore, distruzione e paura del secondo conflitto mondiale. L’edificio sacro, seriamente compromesso, venne quindi ricostruito con il concorso gratuito dei fedeli, a cura del Vicario-Curato della chiesa Don Giovanni Tinti.
Il titolo di Vicario-Curato dato al Rettore della chiesa derivava dal fatto che San Pietro Apostolo di Vaccarile era alle dirette dipendenze del Vescovo di Senigallia che aveva potere assoluto tanto nelle cose spirituali quanto nelle cose temporali. A tale riguardo va detto che l’intera Contea del Vaccarile era di proprietà della Mensa Vescovile di Senigallia che la perse per le note leggi di soppressione del governo Italiano del 1860 il quale limitò l’operato del Vescovo al solo potere spirituale. Nel 1975 si tentò, su decisione autonoma del Vescovo Odo Fusi-Pecci di trasformare la Vicaria di Vaccarile in regolare Parrocchia per cui il Rettore non sarebbe stato più in “vece del Vescovo” e cioè un Vicario-Curato, bensì un Rettore-Parroco a tutti gli effetti con diritto decisionale. Si interessò la Curia Romana e si ebbe il decreto di approvazione che tuttavia per ragioni tecnico pratiche non venne attuato.
Il 24 giugno 1986, con il riordino diocesano delle Parrocchie, la Vicaria-Curata di Vaccarile è stata canonicamente soppressa ed unita definitivamente alla Parrocchia di Santa Lucia che da allora ha assunto il doppio titolo di Parrocchia di Santa Lucia e di San Pietro Apostolo.
All’interno della chiesa si conservano vari oggetti d’arte quali la tela settecentesca posta sopra l’altare maggiore raffigurante San Pietro e le statue di Sant’Antonio Abate, San Michele Arcangelo, San Vincenzo Ferreri, San Paolo e infine, ma non d’importanza, l’altra dedicata alla beata vergine Assunta in Cielo. Le due cappelline laterali sono dedicate alla Madonna del Rosario e a San Gabriele dell’Addolorata, al quale sono state attribuite particolari grazie, soprattutto durante il secondo conflitto mondiale.
L’antico edificio ecclesiale
Tra le più antiche testimonianze della Chiesa e del Castello di Vaccarile vi è quella del Vescovo Pietro Ridolfi del 1596. Nelle memorie il Vescovo annota che “Il Castello di Vaccarile, ormai da molti anni diroccato, è del Comitato (o Contea di Senigallia) sotto il titolo di San Pietro”. Un’affermazione questa, “preziosa” che ci dimostra una certa equivalenza dei due toponimi “San Pietro” e “Vaccarile”. Preziosa perché ci porta all’identificazione della Chiesa con la Pieve di San Pietro in Colonna.
La Chiesa di San Pietro in Colonna compare per la prima volta nella bolla del 1223 di Papa Onorio III. La collocazione per gli studiosi è stata sempre molto dubbia e solo di recente si è incominciato a renderci conto che la Pieve di San Pietro in Colonna era sita in territorio del Vaccarile. A tale proposito ci vengono in aiuto le Rationes decimarum del 1290/92 ove troviamo quali chiese dipendenti San Bartolo de Ramosceto e Santo Stefano de Pino.
Nel codice vescovile Palmae del 1341/46, San Pietro in Colonna viene ricordato sia come chiesa che sede di pievania. Il Mis. Codex I del 1331/93 cita infine la chiesa con il nome di San Pietro di Vaccarile.
*San Gabriele dell’Addolorata, al secolo Francesco Possenti (Assisi, 1º marzo 1838 – Isola del Gran Sasso d’Italia, 27 febbraio 1862), è stato un religioso italiano della Congregazione della Passione di Gesù Cristo. Proclamato santo nel 1920 da papa Benedetto XV, la sua memoria liturgica viene celebrata il 27 febbraio. È patrono della regione Abruzzo, della Gioventù cattolica italiana e di Martinsicuro (TE), di Civitanova Marche (MC) e Bovolenta (PD).
La devozione a San Gabriele dell’Addolorata a Vaccarile nasce con la proclamazione a Santo e si rafforzò contemporaneamente al secondo conflitto bellico, quando gli vennero riconosciute particolari grazie per lo scampato pericolo durante i bombardamenti del 1944.
Il culto a San Gabriele dell’Addolorata lo si deve in particolare modo alla N.F. Pellegrini che, in concerto con il parroco, ne ha voluto la devozione e accresciuto il culto. Risale a quel periodo l’edificazione della la cappellina votiva all’interno della chiesa contenente prima l’immagine dipinta e poi la statua di San Gabriele.
I Pellegrini, proprietari del Castello di Vaccarile, hanno un legame di parentela con San Gabriele (1838/1862), infatti presso il cimitero comunale di Ostra troviamo nella Cappella di Famiglia sepolta una sorella del Santo, Teresa Possenti in Pellegrini (1830/1902).